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2010-01-08
Il Kuwait si accolla i debiti delle famiglie
di Vittorio da Rold
7 gennaio 2010
Lo sceicco Sabah al-Ahmad al-Sabah, emiro del Kuwait (Ansa)
"Dai nostri archivi"
Bersani: "Priorità in Parlamento sul fisco, non sul processo breve"
ARGENTINA E ISLANDA / Per pagare c'è sempre tempo
La tempesta si abbatte sul Golfo
Kuwait, scoperto giacimento di greggio e gas naturale
Le tappe della tragedia
Siete cittadini del Kuwait indebitati fino al collo? Avete comprato a credito il nuovo Suv, la seconda casa per il weekend fra le dune e il motoscafo d'altura e non ce la fate più a pagare le rate nei termini previsti? Niente paura, c'è il governo al vostro fianco. Anzi il parlamento del Kuwait che ha adottato una legge senza precedenti nella storia dell'economia grazie alla quale il governo dovrà comprare 21,6 miliardi di dollari di credito al consumo delle famiglie, cancellare gli interessi ( pari a 5,2 miliardi di dollari) e spalmare i rimborsi in comode rate da rimborsare entro 15 anni. No, non è un miraggio: è proprio quello che il parlamento del Kuwait, quel fazzoletto di terra invaso da Saddam Hussein e poi liberato dalla Prima guerra del Golfo, ha deciso di approvare in seconda e ultima lettura, con 35 sì, 22 voti contrari e un'astensione.
La mossa però ha provocato le resistenze del governo che si oppone al provvedimento perché ricompensa chi si è indebitato oltre i suoi mezzi e premia l'azzardo morale, cioè chi ha scommesso che alla fine qualcuno sarebbe venuto a toglierlo dai guai. Il governo cioè non vuole che i cittadini del Kuwait pensino che si può avere tutto a credito tanto alla fine paga sempre pantalone, cioè nel loro caso, le casse dell'emiro. Emiro che infatti dicono essere furioso e potrebbe non firmare la legge salva-spendaccioni. Insomma è scontro istituzionale in Kuwait. Il ministro delle Finanze, Mustafa alChamali, ha detto chiaro e tondo che l'esecutivo non ha intenzione di accettare la legge sulla base di "violazioni di ordine tecnico, costituzionale e procedurale ". Il governo, secondo la farraginosa procedura del paese arabo, può rigettare una legge, ma il testo viene rimandato ai deputati che possono eludere il no dell'esecutivo se riescono a votare di nuovo con i due terzi dei voti favorevoli.
Intanto la Banca centrale del Kuwait ha fatto i conti e ha reso noto che a fine anno il numero di cittadini che avevano richiesto un prestito o che aveva fatto ricorso al credito al consumo erano 300mila, su una popolazione di 1,1 milioni. Uno su quattro. Ma a preoccupare di più è il fatto che secondo una stima dell'esecutivo il progetto potrebbe costare al Tesoro 13 miliardi di dollari. Oltre al fatto di incoraggiare i kuwaitiani a spendere senza responsabilità.
7 gennaio 2010
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MILANO D'UOMO
TARANTO CASTELLO
MARTINA